Dicono di scappare dalla violenza dei loro paesi e poi fanno guerriglia e barricate a Lampedusa. E così ci ritroviamo in casa il disordine dei paesi di provenienza. Dai numeri forniti dal Viminale in Italia dal primo gennaio al 13 settembre 2023 sono sbarcati in totale 123.863 migranti, quasi tutti a Lampedusa, isola che conta seimila residenti, e in misura minore a Pantelleria, che è un’isola molto più grande ma soprattutto molto più vicina alle coste africane, solo 75 chilometri che qualche ardimentoso ha percorso anche in canoa. Sono invece 300 i chilometri da percorrere dalle coste tunisine a quelle di Lampedusa, eppure gli sbarchi si concentrano quasi tutti qui.
Forse, ma è solo un’ipotesi, perché chi “dirige” questo traffico di esseri umani, conosce bene le situazioni delle nostre isole mediterranee, e sa che a Pantelleria sono in funzione installazioni militari d’Italia e Usa. Difficile escluderlo perché è difficile capire perché preferire un percorso molto più lungo rispetto a quello equivalente ad una gita in barca.
Lampedusa è diventata un simbolo, ma forse non ricordiamo da quanto tempo la situazione è così. Il Centro di permanenza temporanea ed assistenza (CPTA) di Lampedusa è stato istituito nel 1998 con 186 posti, ma il primo sbarco di cui gli abitanti hanno memoria risale all’ottobre 1992 quando approdarono sulla spiaggia 71 stranieri che si dichiararono tunisini. La popolazione promosse una raccolta di cibo e abiti per aiutarli. Da allora non c’è stata tregua e nel 1996 si registra anche il primo naufragio, a 500 metri dalla meravigliosa Spiaggia dei Conigli, con 17 migranti morti.
Chi adesso crucifige il Governo in carica è bene che ricordi che con questo fenomeno si sono confrontati, senza riuscire a fare poco o niente, D’Alema, Amato, Berlusconi, Prodi, Letta, Renzi, Gentiloni, Conte e Draghi. E quello che accade adesso è figlio del passato. Nel 2008 l’artista Mimmo Paladino realizzò un’opera intitolata “Porta d’Europa” che è un po’ un simbolo come lo era la Statua della Libertà per gli emigranti italiani, e dal 2003 al 2012 Claudio Baglioni ha realizzato sulla spiaggia della Guitgia, O’ Scià (tipico saluto di benvenuto degli isolani) un festival di musica leggera con i più importanti artisti italiani allo scopo di sensibilizzazione sul problema dell’immigrazione clandestina.
Insomma, all’inizio tutti sono stati molto accondiscendenti con l’arrivo dei migranti che nel 2003 sono stati pari a 8.800, per diventare 10.477 nel 2004, balzare successivamente alla cifra di 15.527 nel 2005, e pervenire ai 18.047 arrivi nel 2006 e 11.749 nel 2007 fino a 19.764 del settembre 2008. Da allora è stata un’escalation fino ai 124.000 attuali.
Nel luglio 2006 sono stata personalmente a Lampedusa. I barconi, carichi fino all’inverosimile, arrivavano addirittura in porto in pieno giorno, mentre gli occupanti di barchini simili a quello di Geppetto nella favola di Pinocchio, sbarcavano nelle spiaggette isolate per non farsi catturare dalla polizia. Già in quell’estate era difficile per i turisti trovare posto negli alberghi, tutti requisiti dalle forze dell’ordine per alloggiare i propri uomini.
I migranti più fortunati venivano intercettati dalla Marina Militare o dalla Guardia Costiera a molte ore di navigazione dalla costa. E proprio con una motovedetta della Guardia Costiera sono stata portata, una notte, ad effettuare uno di questi recuperi. Tre ore di navigazione all’andata e tre al ritorno per salvare un centinaio di giovani uomini, donne e bambini piccolissimi. E’ stata un’esperienza difficile da dimenticare: il loro silenzio totale, la gioia per le bottiglie d’acqua e i succhi di frutta, la storia di una coppia con un bimbo malato (“da noi era destinato a morire, allora meglio tentare di salvarlo rischiando di morire tutti e tre insieme in mare”). Però ricordo anche le donne che quella tratta dovevano averla fatta più volte, con nella borsa i vestiti con i luccichini e la minigonna e un cellulare con un numero da chiamare. O i giovani uomini che cercavano, appena sbarcati, di attaccar briga.
In quei giorni ci fu anche la visita del Commissario Europeo, che assicurò agli amministratori locali che sarebbero stati presto “liberati” dall’invasione.
Era il 2006, sono trascorsi 17 anni da quella promessa.







