“Siena città vocata al turismo”. Quante volte lo ripetiamo e quante volte lo sentiamo ripetere in questi anni, ma fino al momento della crisi del Monte dei Paschi non è stato certo il turismo il fulcro della città. Era la Banca.
All’istituto Bandini l’indirizzo di ragioneria era così richiesto che nasceva una nuova sezione ogni anno e la Facoltà universitaria di Economia e Banca era il fiore all’occhiello, per frequentarla arrivavano da tutta l’Italia. Si studiava per lavorare in banca, già “programmati” fin da adolescenti.
Poi, con il crollo di Mps abbiamo scoperto che l’unica cosa che restava alla città era il turismo, e lì ci siamo buttati a capofitto, ma privi delle basi. Basti pensare che Siena, città che dice di essere vocata al turismo e quindi all’accoglienza ed anche alla ristorazione, non ha un istituto turistico alberghiero.
E’ sufficiente fare una breve ricerca per rendersi conto che tutte le città che da sempre sono state indirizzate al turismo hanno questo ciclo di studi. Ce ne sono a Firenze, a Pisa, ma anche a Chianciano, che adesso è in drammatica fase calante ma che fino a qualche anno fa era una delle mete preferite del turismo, a Montecatini, a Grosseto che si chiama enogastronomico. A Pisa, come a Roma (ma anche a Trapani), c’è anche la facoltà Scienze del Turismo.
Ma a Siena quale famiglia avrebbe mandato il proprio figlio a studiare come si fa accoglienza in un albergo o come si serve a tavola in maniera professionale? Assolutamente impensabile. Appariva come una debacle nella scala sociale. Meglio un bancario che un cameriere.
E purtroppo questa mentalità è rimasta. A Siena si vuole fare turismo senza studiare l’accoglienza. Al massimo si può optare per lo studio della Storia dell’Arte, con l’obiettivo di dirigere musei ancora inesistenti.
Ma se si vogliono davvero sfruttare appieno le potenzialità del turismo, è necessario creare professionalità in questo ambito, è necessario che siano i senesi stessi a prendere in mano tutti i settori e non solo quelli della proprietà. Chiunque avesse due stanze in centro si è improvvisato gestore di B&B e affittacamere, sentendosi subito un novello Bill Marriott. Non è così che si creano le basi del turismo. Ed allora perchè non dar vita ad un istituto alberghiero capace di formare la mentalità e le capacità per gestire quella che adesso è la più importante, se non l’unica, risorsa senese?

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