E proroga per la concessione della concessione di suolo pubblico agli esercizi di ristorazione, sia. E’ stata la prima decisione della nuova giunta, ed era ipotizzabile che si andasse verso questa soluzione, essendo la scadenza proprio all’inizio della stagione turistica.
Ma qualcosa andrà rivisto al più presto, così come è auspicabile che i controlli delle situazioni più pericolose siano precisi e puntuali, perchè la questione sembra un po’ sfuggita di mano.
Fino alla vigilia del Covid per un locale mettere anche un solo tavolino all’esterno era una vera e propria impresa: misurazioni al millimetro, necessità di presentare progetti come se si trattasse di costruire il ponte sullo Stretto, pratiche burocratiche a mai finire, tempi biblici e spesso dinieghi immotivati.
Con la fine della pandemia ma la necessità di osservare ancora misure di cautela, fu deciso che i locali potevano posizionare all’esterno un massimo di tavoli equivalenti al numero di clienti che avrebbero potuto ospitare all’interno. Ed è stato bello poter consumare un aperitivo seduti per il Corso, o mangiare nei tipici vicoli senesi. La ristorazione per strada è un valore aggiunto per una città ed un piacere per i cittadini.
Ma, come ho detto, la situazione è sfuggita di mano. Chi aveva venti posti all’interno ne ha posizionati quaranta all’esterno, chi non aveva modo di collocarli vicino all’ingresso ha costretto i camerieri a lunghe passeggiate, piatti in mano, per servire i clienti più lontani, là dove due locali erano uno di fronte all’altro non si sono fatti problemi a rendere le carreggiate impraticabili per auto ed anche per i pedoni.
A nulla è valsa la delibera del settembre 2022 dove si stabiliva che doveva essere “attuata una riduzione del dieci per cento della superficie degli ampliamenti concessi durante il periodo Covid”. Bar e ristoranti hanno continuato ad aumentare il numero dei posti esterni, togliendo parcheggi, allungandosi lungo le vie, riempiendo piazze.
Si parla tanto della necessità di ripopolarlo questo nostro centro storico e poi chi ci abita non ha nemmeno modo di portare la spesa a casa con l’auto, per transitare è costretto a sfiorare i commensali ai tavoli, che se uno fa tanto di spostare un po’ indietro la sedia finisce investito, oppure si trova un tavolo all’uscita del proprio portone. Non si può pensare che in alcune vie le ambulanze per passare debbano far alzare i clienti dai tavoli.
Insomma, un centro storico non può essere solo un grande ristorante all’aperto.
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