Ma quale “interruzione di gravidanza senza il consenso della donna”, quello di Giulia Tramontano e del figlio che aspettava da sette mesi, è duplice omicidio aggravato dai motivi più abietti.
Lo so che per dichiarare colpevole una persona la giustizia prevede innumerevoli gradi di giudizio, ma questo ennesimo femminicidio meriterebbe una giustizia di piazza. Eh sì, perchè qui siamo proprio fuori ogni misura.
Immagino quella giovane donna ormai senza vita, e dentro il suo pancione la creatura che ancora si muove e lentamente muore, mentre lui la prende in braccio e la porta nella vasca per tentare di bruciarla. Quei minuti in cui provoca una seconda morte, questa volta senza aver bisogno di un coltello per colpire. Vile, ha ucciso lei ed ha ucciso il bimbo, non ha interrotto una gravidanza, ha ucciso.
Ormai quella delle donne all’interno delle mura domestiche è una carneficina a cui, purtroppo, ci siamo quasi abituati, come se fosse un male inevitabile. Ma che un uomo, peraltro già padre, possa arrivare a tanto supera ogni nefandezza immaginabile. Non è umano e nemmeno animale.
L’unica speranza è che questa ennesima morte, che ha così tanto colpito l’opinione pubblica, possa servire almeno per cambiare qualcosa nella giustizia. E che non ci si possa appellare più, per questi crimini, all’incapacità di intendere e di volere. Per criminali del genere riaprirei il carcere di San Leo e la cella di Cagliostro.
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