L’Incompiuta racconta la storia della Sapori che ormai non appartiene più a Siena

Era il 1832 quando il Dott. Virgilio Sapori, noto speziale senese, diede inizio alla produzione del Panforte, fondando a Siena una piccola officina pasticceria.

Negli anni ’70 e ’80 è il momento d’oro di Sapori e lo spot “Chi dice Palio dice Siena, chi dice panforte dice Sapori” era uno dei jingle che rimbalzavano più nella testa. Il marchio supportava anche la Mens Sana nel campionato di serie A.

Erano gli anni in cui i giovani e moltissime donne senesi facevano la “stagione”, lavorando nei mesi che precedevano le festività natalizie. Nei periodi di lavoro normale erano circa 400 i dipendenti e l’edificio in viale Cavour iniziava a stare davvero stretto.

Tutto cambia negli anni 90, sia i gusti dei consumatori che i costi della produzione, e così si cede alle lusinghe di una speculazione edilizia, trasferendo nel 1995 lo stabilimento nel nuovo edificio alle Fornacelle.

Nel 2004 il marchio Sapori viene acquistato dal Gruppo Colussi ma invece che essere un fattore di rilancio, è l’inizio della fine. Nel novembre 2010 esplode la notizia che la Colussi, ha espresso la necessità di spostare la produzione da Monteriggioni allo stabilimento di Tavernelle Val di Pesa (FI), con conseguente mobilità dei lavoratori ivi impiegati.

Ad aprile 2011 la Sapori lascia Siena.

La Colussi rinuncia anche alla produzione di Ricciarelli a marchio Sapori che, avendo ottenuto il riconoscimento Igp, sono tutelati da un disciplinare che prevede la produzione solo in territorio senese.

Ed il capannone? Da oltre dieci anni è vuoto e in stato di abbandono. E L’Incompiuta vi porta a vedere come adesso è ridotto.

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